In tal fiero pensier, furtivamente,
Senza ad altri svelar l’arduo partito,
Bieco lo sguardo, torbido la mente,
Per le scale s’avvia lento e romito;
Quindi un mesto pensiero alla dolente
Sposa rivolto ed un cerin brandito.
Prorompe in piazza: al risoluto aspetto
Micca il diresti, all’alta face Aletto.
Qual per la tenebrosa onda Canari,
Acquattato sul vindice brulotto,
L’occhio intento, la man pronta, e del pari
A guizzar fra’ nemici agile e dotto,
Invocando nel cor gli eroi preclari,
All’Ammiraglia osa cacciarsi sotto,
Gitta l’igneo bitume, e in quel che rugge
L’incendio sacro, si ritrae, non fugge;
Tal Zebedeo fra la nemica greggia
Mescesi ardimentoso, e colà dove
La tromba ippopotamica torreggia,
Stoppie ammucchia e fascine all’ardue prove;
Ecco accesa è la teda, ecco fiammeggia.
Ecco audace ei l’avventa e volge altrove;
Ma non si accorge, ahimè, che in quel momento
Smorzata avea l’inclita face il vento.