Così d’uomini istrutta e d’armi nuove
Tanto l’ira s’accresce e si dilata,
Che doman le due schiere, anche se piove,
Verranno in piazza a una campal giornata.
Con gioia i Pellegrini odon le nuove,
Certi omai che non fu vana l’andata;
E impazienti di sentir le botte,
All’Albergo del Chiù passan la notte.
Alle porte del ciel l’alba non era,
Quando ognintorno un gran latrar di cani
Diede l’annunzio che la prima schiera
Scendea bramosa di menar le mani;
Una all’aure sonante ampia bandiera
Di carta, impressa di colori strani,
Recava a cifre gotiche e contorte
Il terribile motto: O Callo o Morte!
Una fanfara di corni e di nicchi,
Di catube aspre e di flauti stridenti
Riecheggiava per chiassi e crocicchi,
Balzar facea la corata alle genti;
Davano i prodi co’ tacchi tai picchi,
Che le faville n’andavano ai venti;
E a mezzo trotto, con ilare aspetto
Correano all’armi siccome a banchetto.