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Canto sesto 121


È la Critica un’arte ideologica,
     Metodica, ermenèutica, liturgica,
     Un’occulta scienza filologica,
     Una pratica medico-chirurgica,
     Un’alchimia, una cabala astrologica,
     Una diavoleria taumaturgica,
     Che a forza di comenti e d’ammenicoli
     Le teste a trasformar giunge in testicoli.

Anche tu, Bulbo Rampichin, ventoso
     Ricostruttore e glossator di testi,
     Dall’erudito incendio il glorioso
     Cranio e l’intima stoppa arsa ne avesti;
     Tu che col capo dalle tarme roso
     All’Italia stupita e al mondo attesti,
     Che necessario al tuo dotto mestiere
     Il cervello non è, basta il sedere.
     
S’avventò pur tra l’armi Ernio Beone,
     Che arricchì già di sue scoverte il mondo:
     Si sa per lui, che avea sul pettignone
     Semiramide un neo col pelo biondo;
     Che una voglia d’anguilla avea Didone
     Alla zona central del mappamondo;
     Che a Catilina fûr trovate addosso
     Due ova sode e un peperone rosso.