Nella coppa spumante animo attinto,
Trampellando e inciampando ad ogni sasso,
Al lido ei muove per antico istinto,
Non ch’egli sappia ove diriga il passo;
Quivi, d’essere Alceo novo convinto,
Pria l’occorrenze sue fa dietro un masso,
Poscia al suo ben dalla boccaccia brutta
Questi ventosi ventriloquj erutta:
Vieni, o tu buona, oh vieni! È il ciel piovorno,
Attediato è il mar, tignosi i colli;
Sbadigliano i fanali al lido intorno;
Van pe’l grigio silenzio i buoj satolli;
Pendule del pio mar sul pio soggiorno
Stan le vacche del ciel gravide e molli,
E tra la terra e il ciel fa l’occhiolino
Huitzilopotli al gran Guatimozino!
Passava in quel momento (ora vedete
Quanto sia il caso capriccioso e matto!)
Una dir non sapreste o donna o prete
A vederla a quell’ora, a primo tratto;
Edea, che al mostro vuol tender la rete
E prendersi di lui gioco a buon patto,
Le si appressa, la indetta, un borsellino
Le dà, e la manda al novo Alceo marino.