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104 Atlandide


Videlo Baraballo un bel mattino,
     E tal pietà non consueta n’ebbe,
     Che tra le falde sue, come un canino,
     A bocconcini e a briciole sel crebbe;
     Ma visto che riman sempre piccino,
     Svezzarlo tuttavia non lo vorrebbe,
     E da balia facendogli e da vacca,
     A un capezzolo suo spesso l’attacca.

Così nutrito, la testina scema
     Beccasi Piaccianteo sopra la carta,
     E suda e gela e ponza, e col sistema
     Metrico decimale i versi squarta;
     E con tal cura ed appuntezza estrema
     Distici addoppia e strofe alcaiche inquarta,
     Che in conto di prodigio ha da tenersi,
     Che un tal babbeo faccia sì giusti i versi.

Gli vien da lato in musical cadenza
     Marron Candito, versajuol sublime,
     Che privo di cervello e di semenza
     A via di vento ingravida le rime;
     Anima musical per eccellenza
     A ogni sillaba sua musica imprime,
     E tale ai fiati suoi dà modo e legge,
     Ch’ei ti sembrano versi e son corregge.