Non discosto da lor, ma un po’ da parte,
Eutichio annaspa, anfanator perenne,
Che per mastodontèo corpo e per arte
Di parlar senza dire in fama venne;
Versa talor su profumate carte
Poetico sudor dalle cotenne,
Ma, differente d’ogni altro animale,
Il sudor che distilla è senza sale.
Ve’ ve’ quel beccherel che trotta e ruzza
Col roseo sederin fuor dei calzoni?
Lallino egli è, che ancor di latte puzza,
E il reuzzo è dei vati e dei mignoni.
Oh come il poverino il muso aguzza
Per la fatica sua di due ragioni!
Oh come ei sa con arte aristocratica
Stuzzicar chi lo legge e chi lo pratica!
Quel piccinin dalla capocchia bionda
Come un chicco di grano o di panico,
Che per darsi aria le cigliuzza aggronda,
È Guido Piaccianteo del Pappafico:
La sua mammaccia rossa e invereconda.
Dopo aver fatto quel che non ti dico,
Per non guastarsi il petto e la carriera,
Buttollo, e fe’ ritorno al sicutera.