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adriatiche, in modo così efficace che la Marina nemica non è riuscita ad interromperle e nemmeno a disturbarle.
L’Aviazione italiana è sempre e più di sempre all’altezza del suo compito. Essa ha dominato e domina i cieli. I suoi bombardieri attingono le mète più lontane, i suoi cacciatori rendono la vita assai dura alla caccia nemica. Gli uomini sono veramente quelli del nostro tempo: la loro caratteristica è una calma intrepida.
Quanto alle macchine, ne escono al mese dalle nostre officine quattro volte più che prima della guerra: tra poco, colla costruzione in massa dei nuovi tipi, saremo forse all’avanguardia, certamente alla pari colle macchine più moderne degli altri Paesi.
Ma, dopo le Forze Armate, lasciate che io elogi la disciplina, il senso del dovere, la imperturbabile fermezza del Popolo italiano.
Esso accetta con tranquillità le privazioni che conseguono allo stato di guerra, privazioni ancora tollerabili, ma che potranno diventare successivamente più gravi e, guidato dal suo intuito politico millenario, sente che questa è una guerra decisiva; è come la terza guerra punica, che deve concludersi e si concluderà con l’annientamento della Cartagine moderna: l’Inghilterra.
Un forte Popolo come l’Italiano non teme la verità, la esige.
Ecco perchè i nostri Bollettini di guerra sono la documentazione della verità. Noi segnaliamo i colpi che diamo e quelli che riceviamo, gli apparecchi che noi abbattiamo e quelli che il nemico abbatte, le giornate favorevoli e quelle che lo sono poco o niente. Pubblichiamo mensilmente le perdite degli uomini e quelle dei mezzi. Mi sentirei diminuito dinanzi al Popolo e dinanzi a me stesso se adottassi altro metodo, quale quello di coprire o addolcire la realtà, buona o cattiva che sia. Farlo equivarrebbe a diseducare e umiliare il Popolo. Non lo farò mai.
Ho già prescritto nella maniera più categorica ai comandi militari del fronte ed alle autorità civili della periferia di non mandare a Roma, da dove poi debbono essere diffuse, notizie che non siano state rigorosamente e personalmente, dico personalmente, controllate.
A questo proposito voglio ricordare che grida di gioia si sono levate alla Camera dei Comuni quando Churchill ha potuto dare finalmente una buona notizia, quella concernente l’azione compiuta nel porto di Taranto dagli aerosiluranti inglesi.
Effettivamente tre navi sono state colpite, ma nessuna di esse è stata affondata e solo una di esse, come fu annunciato dal Bollettino delle nostre Forze Armate, è stata seriamente danneggiata e il suo ricupero richiederà lungo tempo. Le altre due saranno, a parere unanime dei tecnici, sollecitamente ripristinate nella loro antica efficienza.
È falso, dico falso, che due altre navi da guerra e due navi ausiliarie siano state affondate o colpite o comunque anche leggermente danneggiate.
Segno di cattiva coscienza questo di ingigantire e moltiplicare per sei un successo che noi per primi abbiamo riconosciuto.
Il signor Churchill avrebbe potuto, per completare il quadro, dare ai suoi onorevoli qualche indicazione sulla sorte toccata al «Liverpool»