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Per la bellezza d’un’idea 73

aveva alcuna testimonianza del passaggio da una specie all’altra. Per verità questo argomento del «chi ha veduto?» serve anche bastantemente bene contro le creazioni successive e distinte. Serve troppo e potrebbe anche far assolvere un ladro che si difendesse così «voi mi opponete un testimonio che dice di avermi veduto scalar la casa, ma io ve ne citerò dei milioni che non mi hanno veduto nè scalar la casa nè, sopratutto, pigliar la roba». Geoffroy non piegò, sostenne virilmente le sue idee; ma la causa della Evoluzione era sconfitta per trent’anni.

Non era quella, del resto, la sua prima battaglia. La prima vera battaglia per l’Evoluzione l’aveva data ventun anni prima, nel 1809, un altro francese, Giovanni Lamark, del quale non vedo che siasi parlato all’Académie des Sciences nelle discussioni del 1830.

Infatti le idee di Lamark sulla discendenza di tutte le specie viventi da una comune origine e sulle cause della loro trasformazione furon subito sepolte sotto un mucchio di epigrammi. Non poteva vivere, in Francia, una dottrina, secondo la quale si argomentava come in un certo paese dove certi alberi da frutto ramificavano in alto, certi animali che di quei frutti eran ghiotti, a forza di allungare disperatamente il collo per addentarli,