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quistando la facoltà di sentire e finalmente la facoltà d’intendere, sia pure che questa le venga conferita direttamente da Dio. «Et ideo alii dicunt quod illa eadem anima quae fuit vegetativa tantum, postmodum per actionem virtutis quæ est in semine perducitur ad hoc ut ipsa eadem fiat intellectiva non quidem per virtutem activam seminis, sed per virtutem superioris agentis, scilicet Dei, deforis illustrantis.... Sed hoc stare non potest»1. San Tommaso dimostra che la seperadditio perfectionis non può lasciar sussistere l’anima precedente e dà origine a una nuova specie, facit aliam speciem, come l’aggiunta di una unità fa un’altra specie nei numeri. Perciò chi dicesse: «In un dato momento della vita embrionale sopraggiunge all’anima inferiore un complemento di perfezione che ne muta la specie» non contraddirebbe a San Tommaso.

Ma se così avviene nella evoluzione ontogenica sarà illecito l’opinare che ciò avvenga pure nella evoluzione filogenica e che se il corpo umano è derivato da un organismo inferiore di specie di-



  1. «L’esservi sopraggiunta una perfezione maggiore, dà origine a un’altra specie.... quando arriva la forma più perfetta, si corrompe la precedente.... la forma posteriore ha tutto che aveva la prima e anche più.» Ibid.