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sibili sempre, con evoluzione o senza evoluzione, tanto il concetto ateo quanto il concetto teistico dell’universo.

Ragionando intorno all’ordinamento teleologico, al piano divino dell’universo, Asa Gray nota come coloro che credono in esso e insieme professane la dottrina della fissità della specie, non sappiano lodevolmente giustificare la presenza di quegli organi privi di funzione e quasi abortivi che si trovano in moltissime specie; e come il problema si affacci loro più grave quando, presso altre specie, riconoscono gli stessi organi, ma idonei a una funzione utile1. Se l’occhio fu dato squisitamente perfetto ad alcuni animali superiori, se meno perfetto ma tuttora utile lo ebbero altri animali inferiori, perchè in qualche specie infima lo troviamo noi affatto rudimentale e incapace di visione? Coloro che ammettono a priori un ordine provvidenziale possono trovare la soluzione del problema solo negando la stabilità della specie, affermando che quegli organi hanno servito in passato, o serviranno, forse in qualche nuovo modo, nell’avvenire, che rispondono insomma ad una finalità più larga e più comprensiva. Così la teoria della Evoluzione illumina, secondo Asa



  1. Asa Gray, Darwiniana, Evolutionary teleology.