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Scienza e Dolore 277

riconobbi pubblicamente indizi e prove di un volgere delle cose umane a più felice stato e ne resi onore, in parte, alla scienza. Come avviene dunque che il progresso scientifico, diminuendo la somma dei dolori umani onde trae vigore, proceda più celere e potente?

Aprite, Signori, quelle parole dell’Ecclesiaste dall’aspetto sì amaro che poc’anzi ricordai: «chi accresce la scienza accresce il dolore». Illuminatene con una giusta interpretazione le profondità. È là dentro che voi troverete, a mio vedere, il motto dell’enigma. La piccola sfera di luce che potè simboleggiare un tempo le conoscenze umane venne via via ingrandendo e intanto le ingrandiva intorno a paro il nero ambito delle tenebre. Oggi è immenso e spaventa; domani sarà più pauroso ancora. Realmente la scienza riproduce e accresce quegli stimoli dell’intelletto che io rassomigliai dianzi alle sofferenze fisiologiche degli organismi. Il dolore fisico diminuisce, diminuiscono i dolori morali che ne traggono origine ma la fame intellettuale cresce. Sarebbe tuttavia eccessivo ed ingiusto di non vedere in essa che dolore. Essa è sorgente di piacere, come la fisiologica, quando sa di potersi appagare. La sola voluttà della creazione artistica può agguagliarsi alla voluttà della ricerca e della conquista scientifica.