distinguerle, a compararle, a coordinarle. Lo spavento e la fame gl’insegnarono a fissarne le somiglianze, le differenze e le eguaglianze costanti, ch’è il principio di ogni processo razionale e della classificazione scientifica. Non è forse possibile di abbracciare col pensiero la somma di esperienze e d’idee generali raccolte dall’uomo salendo la via dolorosa di una lotta durissima, congiunte intimamente ad atroci e bizzarre mitologie. Esse non erano ancora la scienza ma erano tuttavia quel sapere dal quale la scienza si è svolta. E quanto più l’intelletto umano ascendeva nella conoscenza, quanto più veniva innalzando e purificando le mitologie, quanto più si complicava l’organismo sociale, tanto più si svolgevano dal dolore fisico le varie forme di un dolor superiore, tanto più l’insegnamento del dolore saliva di nobiltà e di efficacia. Quando l’uomo esaltò dalla Terra i suoi dei nel cielo, fu lo spavento delle loro collere che insegnò a studiare i moti delle divine vite celesti imperanti sulle stagioni. Sullo ziggurat di Borsippa, enorme piramide a sette piani, eretta in onore del sole, della luna e di cinque pianeti, primi predecessori di voi che venite decomponendo le nebulose e di voi che acuite il calcolo, salirono mitrati sacerdoti alternanti allo studio del cielo canti e sacrifici propiziatori degli astri. Nel Perù e nel