che il naturalista esclude, contro il Santo, ogni differenza specifica fra lo spirito dell’uomo e quello del bruto; che Darwin non vide nel mondo se non la operazione di cause fisico-meccaniche, e deplorò, secondo scrisse a Hooker, di avere una volta usato la parola «Creato» invece di queste altre «comparso in seguito ad un processo totalmente sconosciuto.» Avrò a ricordare di passaggio, più avanti, fatti assai noti che non concordano con questo giudizio sulle opinioni religiose di Darwin; mi basta ora osservare che la via seguita dal prof. Grassmann era sufficientemente facile, non solo perchè le due teorie procedono evidentemente in un campo diverso, con intendimenti diversi, secondo leggi diverse di ragionamento, criteri diversi di verità; ma perchè, altresì, nessuno potrebbe ragionevolmente attendersi dal più colto e forte pensatore del secolo IV o del secolo V una dottrina rispondente in tutto a quell’altra che il pensiero umano ha generata quattordici o quindici secoli più tardi, dopo una trasformazione completa di metodi scientifici, una immensa conquista di strumenti straordinariamente poderosi ed esatti, una intensità, una molteplicità di lavoro che gli antichi neppur potevano immaginare, un meritato premio di scoperte meravigliose che hanno contraddetto interamente, o quasi, le opinioni e i giudizi dei