come cadrà la nostra, per i conflitti generati dalla divisione delle funzioni sociali e del lavoro. Ma la divisione delle funzioni sociali e del lavoro è un atto di fraternità, è uno strumento potente di cooperazione. Essa non fu spinta mai tant’oltre quanto nella civiltà presente e non è vero che la civiltà presente sia minacciata dal fato stesso che rovesciò e spense le antiche. Il grande, terribile conflitto che si disegna nella società presente non si combatte per disgregarla e distruggerla ma per istringerla in una ferrea unità. I grandi profeti ebrei, se rinascessero, non vaticinerebbero sibili di serpenti fra le rovine di Roma, ma sibili delle sirene a vapore regolatrici del lavoro e del riposo, dei pasti e dei sonni di un immenso alveare collettivista. La civiltà moderna non si perderà come le antiche perchè le genti moderne, a differenza delle antiche, hanno coscienza dei mali che le travagliano, dei pericoli che le minacciano. Le genti antiche affogarono nel godimento del fugace presente, immemori d’ogni altra cura; se i piaceri più effimeri son troppo cercati e senza freno anche adesso, il pensiero umano è però intento, come non lo fu mai, all’avvenire. Voi vi domandate se sarà felice o doloroso, il poeta lo saluta santo, milioni e milioni di uomini lavorano perchè, non importa in quale futuro secolo, trionfi una loro