pagine di Herbert Spencer e mi giova qui, per un momento, riprenderla. Secondo questa dottrina il Progresso, nella società umana, non è altro che il passaggio da uno stato primitivo in cui non vi è alcuna distinzione di funzioni sociali e lo stesso padre di famiglia è re, sacerdote, giudice, guerriero, a successivi stati in cui queste diverse funzioni si vengono distribuendo fra persone diverse; da uno stato primitivo in cui ciascun individuo è agricoltore, pittore, muratore, falegname, fabbro, sarto, fabbricatore d’armi, a successivi stati in cui il lavoro si specifica, si suddivide sempre più fra individui diversi. Quanto più complicata diventa la società umana, tanto più si moltiplicano gli effetti di una causa nuova che v’interviene a operare, com’è accaduto ad esempio per le invenzioni della stampa e della locomotiva che trasformarono il mondo civile mentre portate fra popolazioni selvagge non le avrebbero punto modificate. Tale dottrina è infaticabile a dimostrare come l’organismo sociale diventi sempre più armonico e perfetto a misura che si complica e lo vede complicarsi ogni giorno e sente la crescente gioia delle generazioni che avanzano. La sente così forte che qualche volta dai microscopi, dalle storte, dalle tabelle statistiche su cui si curva paziente indagatrice delle linee misteriose che le servono a deter-