natura essenzialmente intellettuale, è un fatto evidente per sè, un fatto che ogni giorno pone al nostro servigio un enorme lavoro di cose e di energie, che ogni notte illumina le nostre città col chiarore del sole; e gli contrapponete il fantasma velato di nero in fondo al vostro cuore. Ebbene, facciamolo uscire almeno per un momento, questo fantasma, davanti a noi, e domandiamogli il suo nome. Ecco egli viene e risponde con impeto amaro: «Io mi chiamo tutti. Io sono l’antico ebreo esperto d’ogni scienza e d’ogni voluttà, che disse: chi accresce il sapere accresce il dolore. Io sono l’antico arabo che ha pianto in un poema immortale sui nati di donna e sulle miserie della breve lor vita. Io sono l’antico romano che in un altro poema immortale ha numerato con fiero scherno le parvenze di gioia che ingannano i mortali miseri e ciechi. Io sono il poeta che ha derisi i profeti delle magnifiche e progressive sorti umane, il poeta che voi avete chiamato grande e che ora vi apprestate a cingere di rinnovata gloria. Io sono il pessimismo filosofico che ha consigliato al genere umano il suicidio, il pessimismo voluttuoso che oggi stesso, in un paese di alta civiltà, va consigliando di non accrescere il numero dei viventi perchè la vita è un male, il pessimismo ascetico che ripete con. l’autore dell’Imitazione: «dies