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Pro Libertate | 195 |
strazione e ha citato come di S, Paolo il passo che io tolsi invece dall’Imitazione di G..C. Il transformati è un commento del trasformamur di S. Paolo. Del resto io non volli tirare quelle parole dell’Apostolo a sostegno del trasformismo; se si prestano alla interpretazione mia, riguardano un tempo in cui certo più non vi saranno trasformazioni degli organismi, poichè neppure adesso più ve ne sono. Se il critico suppone, come pare, che io creda a ulteriori trasformazioni degli organismi quaggiù sulla terra, la sua supposizione non è giustificata. Io credo che la comparsa dell’uomo, scopo di tutte le trasformazioni precedenti, vi abbia posto fine. Non ammetto altre future trasformazioni di corpi se non quella, ch’è di fede, del nostro corpo animale in un corpo spirituale; e, naturalmente con un diverso grado e con una diversa qualità di convinzione, quella della Natura inferiore ch’è adombrata nel capitolo VIII dell’epistola ai Romani.
Circa questo punto della perfettibilità del Creato sto con S. Paolo anzichè con lo scrittore della Civiltà Cattolica, secondo il quale la via d’ogni essere creato è nascere, figurare e svanire, e tutte le forze del Creato tendono a una quiete finale ch’è morte. L’una e l’altra trasformazione appartengono ad ogni modo, ad un tempo in cui la umanità terrestre avrà cessato di esistere.