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188 | Ascensioni umane |
lici laici di usurpare le funzioni dei sacerdoti. In fatto io ho inteso dire in una sala ciò che sul pulpito, e con questa parola espressamente lo dichiarai nella mia conferenza, non si potrebbe. Il sacerdote che parla dal pulpito ha un’autorità che non gli viene dall’ingegno nè dal sapere. Egli parla colà non in nome suo proprio ma in nome della Chiesa; perciò le sue parole hanno un’importanza immensa e possono compromettere la Chiesa. Invece il conferenziere parla per suo proprio conto; non è ascoltato che per l’autorità sua personale, se ne ha; e, nel peggior caso, non compromette che sè. Ora quand’anche non fosse pericolosissimo, sarebbe poco degno di un sacerdote che insegna la dottrina di Gesù Cristo di sostituire a questo insegnamento una discussione sulle conseguenze religiose di una teoria scientifica che non è ancora dimostrata. Parve invece a me, e pare ancora, che noi cattolici laici possiamo usare con frutto della maggiore nostra libertà.
Io vorrei dire al mio critico della Civiltà Cattolica: «Noi ci mescoliamo necessariamente più di voi con i nemici di Cristo e della Chiesa. I più fieri, i più intelligenti, i più celebrati di essi oggi si accordano nel proclamare la rovina della nostra fede per opera di una ipotesi scientifica che ha per sè una grande maggioranza di naturalisti. Mol-