mero scarso di tronchi e questi salire da un numero ancor minore di ceppi; ma vedere anche le radici sotterranee, ma ritrovare i germi onde uscirono i primi concetti dai quali son venute le prime parole, non è possibile ad alcuno. Però, se da questi primi concetti e da queste prime parole si sono svolti naturalmente tutti i linguaggi umani, pare probabile al Romanes che anche quelli si sieno svolti naturalmente da uno stato anteriore in cui l’animale vicino a diventare uomo non aveva ancora nè parola nè concetti. Il Romanes ha pure studiato la qualità di pensiero che si può estrarre dalle poche primitive parole fossili cui la scienza ha scavate. Egli vi ha trovato un pensiero di qualità inferiore che riflette soltanto il mondo esterno, il mondo fisico. Come nello studio del poeta la conchiglia petrificata gli suggerisce immagini di un tempo in cui l’uomo non era, così nello studio del pensatore la parola pietrificata gli suggerisce immagini di uomini in cui non si erano ancora sviluppate le facoltà superiori del pensiero. Ciò lo persuade sempre più della probabilità che come il bambino arriva poco a poco da una miserabile condizione intellettuale alle prime articolazioni istintive e imitative, ai concetti, alla vera e propria parola, così poco a poco vi sia arrivata la razza. Vi hanno, secondo lui, migliori ragioni di ammet-