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L’Origine dell’Uomo 153


Ha notato una ventina di emozioni diverse, come il timore, la sorpresa, l’affetto, l’irritabilità, la gelosia, la collera, la gioia, l’emulazione, l’orgoglio, la tristezza, l’odio, la vergogna, comuni alle bestie e all’uomo; ha notato la presenza dell’istinto anche in noi. Parlando delle facoltà superiori, esclusivamente umane, come la coscienza e la capacità di formare un concetto, disse, almeno con molta prudenza e discrezione, che, sorgendo esse da un fondo di altre facoltà, comuni anche alle bestie, suggeriscono l’idea di un processo evolutivo. Perciò studiandone lo sviluppo nel bambino ha cercato di mostrare che si formano successivamente, gradatamente, onde indurne per analogia un simile graduale passaggio dalla mente di un bruto alla mente nostra, riconoscendo però che al momento del passaggio qualche ingrediente nuovo ha potuto essere posto nel crogziuolo.

Egli ha molto considerato le forme del linguaggio che anche i bruti possiedono e le origini della parola umana. Mi è ora tanto impossibile di riassumere le sue laboriose e sottili indagini, quanto fu impossibile a lui di cavarne più che semplici probabilità e verisimiglianze.

Certo chi guarda nel passato del linguaggio umano vede facilmente le mille e più lingue ora esistenti pullulare come rami e frondi da un nu-