che il cavallo sia figliuolo dell’Hipparion nè che il vostro pitecantropo sia padre dell’uomo. Agassiz, che di evoluzione non ha mai voluto saperne, lo avrebbe chiamato un tipo profetico e niente altro.» Così direbbero gli oppositori della Evoluzione. D’altro canto io vorrei tenere il seguente discorso a coloro che si affannano tanto per questo prezioso anello perduto, Supponiamo che nessuno abbia mai parlato di evoluzione, che Lamark e Darwin sieno ancora in mente Dei per un secolo remoto nell’avvenire, quando da lungo tempo tutte le razze umane saranno pervenute ad un’alta civiltà e da lungo tempo non si troverà un angolo di terra sfuggito al lavoro dell’uomo. Io vedo in quell’epoca gli animali mammiferi dannosi o inutili all’uomo essere scomparsi per effetto di una legge di natura che oggi stesso agisce. Posso figurarmi che sorgendo allora quegli uomini grandi, il loro genio audace crei per la prima volta la teoria della discendenza e ne propugni l’applicazione all’uomo, quando nessun animale vivrà sopra la Terra più simile a noi dei nostri animali domestici. Concedetemi anche di supporre che nè descrizioni nè disegni abbiano tramandato a quel tempo la memoria delle specie estinte. Vedo levarsi contro quegli uomini una fiera opposizione teologica e scientifica, odo deridere la loro strana idea e chie-