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L’Origine dell’Uomo 135

quale mi paresse nella mischia delle vecchie e delle nuove opinioni, il posto dei poeti spiritualisti. Il Gaudry, membro dell’Istituto di Francia e professore di paleontologia, scrisse che in un museo paleontologico dove i fossili venissero disposti a illustrazione delle dottrine trasformiste, cercherebbero gioie sublimi non solamente i cultori della scienza ma gli artisti pure e i filosofi. Egli vorrebbe che vi sorgesse nel mezzo una statua di poeta senza nome, una figura ideale, meditante sulle magnificenze della Creazione e sul suo progresso futuro. Questa sarà l’attitudine del poeta domani, nel giorno della vittoria; ma vi ha per esso un compito d’onore oggi, nel giorno della lotta. Prima di prendere il mio posto, io, cristiano cattolico, volli porre in chiaro, con buoni documenti alla mano, contro mille pregiudizi di credenti e di increduli, come la mia fede mi consentisse piena libertà di opinare che il concetto di evoluzione non contraddice al concetto di creazione, che rappresenta soltanto il modus operandi della Intelligenza creatrice. Moltissimi cristiani convinti di tutte le Chiese tengono questa opinione e sono fervidi evoluzionisti. Solo sei mesi addietro, nel settembre del 1892, un illustre scienziato inglese, il prof. St. George Mivart, scriveva ad una Rivista di New-York: «Come mai vi sono dei