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e la degenerazione degl’individui, da confuse e contradditorie nozioni circa il male ed il bene alla illuminata coscienza di un’ideale morale unico, noi sappiamo di combattere una battaglia buona e necessaria. Quando, pure sentendo la poesia del passato, delle rovine, delle vecchiaia, di ogni sentimento conservatore delle coss buone, noi ci leviamo palpitanti all’appello delle miserie e delle ingiustizie sociali per dire i guai degli afflitti e minacciarne ai gaudenti, per invocare ordini più giusti alla società umana, ci si può chiamare utopisti ed arcadi; ma se la legge di evoluzione è vera, noi siamo invece propugnatori d’una giustizia che arriverà infallibilmente per l’unione contemporanea di ambo le forze che governano il mondo giusta il divino disegno, la forza che conserva e la forza che trasmuta. Insomma, per tutto riassumere, noi aspiriamo all’onore supremo di aver posto, sulla fronte delle colonne umane che salgono combattendo verso un radiante avvenire, fra i mille cavalieri dello Spirito Santo, cui Enrico Heine, veramente più nostro che non si creda, descriveva alla sua piccola bionda boscaiuola attonita:

                                   Ihre theuren Schwerter blitzen,
                                   Ihre guten Banner wehen.

«Le loro care spade lampeggiano, sventolano i