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denza e di tute le altre proprietà chimiche dei corpi? «Non lo so» risponde Haeckel, «Allora» gli si può replicare «se la vostra ipotesi è buona, voi non avete fatto altro che allontanare il mistero di un passo e se la causa del principio vitale deriva alla sua volta da una causa incognita, la vostra spiegazione si riduce ancora a questo «la causa originaria della vita è uguale a x». Ma poichè avete parlato di proprietà dei corpi, poichè ci avete confessato che vi è negli atomi di carbonio una passione innata per gli atomi di ossigeno, di idrogeno e di nitrogeno e che dagli sfoghi di questa passione nasce la Vita, voi dovete ammettere che la x è una causa interna nella materia, costante in essa, capace, assai più che di trasformare, di produrre l’organismo. E poichè non ne conoscete la natura nè il modo di operare, nè i limiti, ma solo la immanenza e la costanza, così nel vostro studio delle successive forme organiche, non vi potete logicamente liberare dalla inesorabile incognita, e di ciascuna trasformazione dovreste logicamente indicare la causa in questo modo: «la selezione naturale più x». Perciò quando affermate che una legge di progresso governa il mondo, che la vita tende dall’Imperfetto al Perfetto e che questa tendenza è un risultato necessario della sola selezione naturale, pare a noi