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Ponetele al fuoco coperte d’acqua e, senza toccarle mai col mestolo, fatele bollire coperte finchè non sieno ben cotte. Versatele allora in uno staccio fìtto fìtto sopra una catinella per raccogliere tutta l’acqua senza strizzarle. Pesate codest’acqua e rimettetela al fuoco con altrettanto zucchero bianco fine e fatela bollire a cazzaruola scoperta, nettandola dalla schiuma, fino al condensamento il che si conosce dalla piccola perla che comincia a fare lo zucchero oppure, versatane qualche goccia sur un piatto, non iscorra di troppo.

Con le cotogne rimaste potete fare una conserva come quella del N. 548, cioè con altrettanto zucchero quanto saranno di peso dopo averle passate; ma vi prevengo che riesce meno saporita.

Le gelatine di frutta stanno bene nei vasetti di vetro ove apparisce meglio il loro colore come questa per esempio, che prende un bel colore di granato.


546. - Gelatina di ribes

Come si disse parlando del siroppo di ribes al N. 536 questo frutto contenendo molto glutine, se ne spremete il sugo da un canovaccio e lo mettete al fuoco senza farlo fermentare con 80 parti di zucchero bianco fine per ogni 100 di sugo, ne otterrete, senza troppo farlo bollire, la condensazione in forma di gelatina la quale, conservata in vasi come le conserve, si presta a guarnir piatti dolci ed è nutrimento leggero e sano per i convalescenti.


547. - Conserva di cotogne soda

Le mamme provvide dovrebbero far buon conto delle conserve di frutta non foss’altro per appagar qualche