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tacoli, per cercare il nutrimento sotto le acque, nel fango, che pare consista di piccoli animalucci.

Sono animali molto in pregio per le loro carni, per le uova che costituiscono il caviale e per l’enorme vescica natatoria con cui si forma l’ittiocolla o colla di pesce. In primavera rimontano i fiumi per deporre le uova in luoghi tranquilli lungo le sponde.

L’Italia ne alberga diverse specie la più stimata delle quali, come cibo, è Acipenser sturio (Storione comune) e lo si riconosce pel muso acuto, pel labbro inferiore carnoso e nel mezzo diviso, non che pei cirri nasali semplici e tutti eguali tra loro. Frequenta a preferenza le foci del Ticino e del Po ove nel luglio decorso ne fu pescato uno che pesava Kg. 215; ma la specie che prende maggior sviluppo è l'Acipenser huso il quale raggiunge fino a due metri e più di lunghezza, con ovaia grandi un terzo dell’animale ed è questa particolarmente che somministra il caviale e l’ittiocolla. Il primo è formato dalle uova crude degli storioni, passate per setaccio onde levarne i filamenti che le inviluppano, indi salate e fortemente compresse; la seconda preparasi sulle spiagge del mar Caspio o sulle coste dei fiumi che vi sboccano, ma più che altrove ad Astrachan. Non farà maraviglia la quantità straordinaria che se ne trova in commercio (servendo l’ittiocolla a molti usi) se si considera che talvolta nel Volga si pescano da quindici a ventimila storioni al giorno e di là, cioè dalle provincie meridionali della Russia, ci viene anche il caviale.

Fu annunziato che dei pescatori del Danubio presero, non ha guari, uno storione del peso di otto quintali e che la spoglia di questo enorme pesce, lungo metri 3,30 figura nel museo di Vienna.

Fra le specie estinte si annovera il Megadictis, che raggiungeva la lunghezza di 10 a 12 metri.