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la danza dello scheletro |
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Poco lungi, dalle viscere
terra scaturita.
Una spera d’acqua lucida
Dorme al sol, profonda, unita.
Non un moto, non un crepito:
Solo in quella buca
Non so che, furtivo, incognito,
Raspa, tenta, fruca
Oh portento! un vivo scheletro,
Cauto a guisa di segugio,
Striscia su dal fondo e il teschio
Mette fuori del pertugio.
Con le occhiaje vote e torbide
Guata a destra, a manca;
Sbircia il sol che in alto sfolgora
E l’azzurro sbianca;
Poi repente, con un ringhio
Di libidine novizza,
Fuor del covo si divincola
E nell’aria schizza e sguizza.