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l'ultimo viaggio di ulisse |
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Ignoto mostro scaturia repente,
Balenava, spariva. E già la mente
Di tutti e il core una inquïeta cura
Giva occupando, una secreta e scura
Apprensïone di quel mondo ascoso,
Di quel tacito andar senza riposo
E senza fine. Dalle aguzze prore
Fissi gli occhi tenean lunghe e lungh'ore
Neil'arcano ponente: e oh quante volte
In un ammasso d'avvallate e folte
Nubi lor parve di scoprir la nova
Terra agognata, e giubilando, a prova
Alte grida levâr! poi, conosciuto
L'error, d'un tratto ciaschedun fu muto,
E alla patria lontana e al caro tetto
Pensando, sospirò dall'imo petto.
Avvenne allor che d'improvviso un giorno
Tutti tacquero i venti, e intorno intorno,
Quanto l'occhio scorrea, tutto dell'acque
Si ripianò lo specchio e immobil giacque.
Lo scialbo ciel parea piovesse foco
E impallidiva il sol. Nell'aer fioco