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l'ultimo viaggio di ulisse |
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Spïatrice vedean di lor fortuna,
Ne' vasti cieli sfavillar la luna,
Crescere, sminuir, poi la fatica
Ricominciar di sua vicenda antica.
Vedean da un lato declinar le stelle
Che fan corona al polo, e di novelle
Candide luci, a tutte genti ignote,
Ingemmarsi del ciel l'ultime rote.
Veleggiando n'andavano le sette
Navi così pel mar profondo, e rette
Dal volere d'Ulisse e dai consigli
Correan fidenti a incogniti perigli.
Uccello più non si vedea le immense
Plaghe varcar, ma lievi solo o dense
Nubi fuggir per l'alto, ovver l'estreme
Onde lambir, sciorsi, raccorsi insieme,
Come de' venti le traea lo spiro.
E sempre il mar si dilatava in giro
Sino al ciel: solitudine infinita,
Misterïosa, eterna, onde ogni vita
Parea rimossa, se non che, tra' scissi
Flutti talor, da' paventosi abissi