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42 l'ultimo viaggio di ulisse

     Spïatrice vedean di lor fortuna,
     Ne' vasti cieli sfavillar la luna,
     Crescere, sminuir, poi la fatica
     Ricominciar di sua vicenda antica.
     Vedean da un lato declinar le stelle
     Che fan corona al polo, e di novelle
     Candide luci, a tutte genti ignote,
     Ingemmarsi del ciel l'ultime rote.
     Veleggiando n'andavano le sette
     Navi così pel mar profondo, e rette
     Dal volere d'Ulisse e dai consigli
     Correan fidenti a incogniti perigli.


Uccello più non si vedea le immense
     Plaghe varcar, ma lievi solo o dense
     Nubi fuggir per l'alto, ovver l'estreme
     Onde lambir, sciorsi, raccorsi insieme,
     Come de' venti le traea lo spiro.
     E sempre il mar si dilatava in giro
     Sino al ciel: solitudine infinita,
     Misterïosa, eterna, onde ogni vita
     Parea rimossa, se non che, tra' scissi
     Flutti talor, da' paventosi abissi