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40 l'ultimo viaggio di ulisse

     Dell’oceano fiorir le sovrumane
     Di Calipso e di Circe isole arcane,
     Pari sull’acque a due natanti cigni,
     Dense di tenebrose arbori, insigni
     D’aurëi tetti, in lucida quiete
     Divinamente tacite e secrete.
     Trascorron oltre, e van radendo il passo
     Ove, acquattate nel ferrigno sasso,
     Latran Scilla e Cariddi. All’orizzonte
     Fra le nuvole appar lo scabro monte
     Che folgorando e rintonando il cielo
     Empie di pigro fumo e al sol fa velo,
     E nel notturno tenebror d’orrende
     Funeree vampe alto rosseggia e splende.
     Piegano verso mezzogiorno il corso,
     Come il vento li caccia; e volto il dorso
     Al periglioso mar delle sirene,
     Corrono lungo le infeconde arene
     Dell’arsa Libia; indi, scampati agl’irti
     Scogli di Sidra e alle malvage Sirti,
     Solcan felicemente a tutto spiano
     Il numidico mare e il mauritano,
     E alfin son giunti alla famosa stretta
     Di Gade, ove il pugnace Ercole in vetta