|
l'ultimo viaggio di ulisse |
37 |
Poscia, tratto Telemaco in disparte,
Che per girne col padre aveva ogni arte
Usata invan, parlò pensoso: “O figlio,
In cui pari al valor splende il consiglio,
Tu venirne con me né puoi né devi.
A ciascun propria sorte, e ai giorni brevi
Del viver nostro fatai legge è scritta.
Tu qui rimani e della madre afflitta
Gli stanchi passi e l'animo sorreggi.
Tu qui rimani, e delle antiche leggi
Fido custode, finché duri il mio
Pellegrinaggio, con accorto e pio
Rigor fa sì che il popol t'ami e tema.
Ecco lo scettro e l'aureo diadema.
S'io torno, entrambe queste sacre insegne
Mi renderai. S'io più non torno, degne
Di me le serba, e con giustizia e pace
Regna molt'anni, se ai celesti piace.„
L'alba spuntò del novo dì. Sereno
Il cielo apparve ed il ceruleo seno
Del mar tutto ridea. Fresca una bava
Di vento le lucenti onde increspava,