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l'ultimo viaggio di ulisse |
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Donne traendo i pargoli per mano,
Empiono l'aria di querele; invano
Percotendosi il sen, sciolti i capelli,
Implorano pietà. Non odon quelli;
Non interrompon lor fatiche; e in core
Van noverando i giorni e affrettan l'ore.
Alfin, quanto chiedeasi al gran vïaggio
Tutto fu pronto. Declinava il maggio.
Il dì ch'estremo al rimaner prescrisse,
Alla piangente sua consorte Ulisse
In tal forma parlò: “Sposa, sorella,
Cessa dal pianto desolato, e quella
Sii che fosti mai sempre, e or più conviensi,
D'alto cor donna e di virili sensi.
Me chiama il fato a nuove audacie. Ancora
Piena del nome mio tu la sonora
Tromba udrai della Fama: ancor superba
Sarai tu d'esser mia. Tale ti serba
Qual fosti. Addio! Teco rimane il caro
Nostro figliuolo. Or dunque addio! Se amaro
Spunta nel ciel della partita il giorno,
Dolce più spunterà quel del ritorno.„