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36 l'ultimo viaggio di ulisse

     Donne traendo i pargoli per mano,
     Empiono l'aria di querele; invano
     Percotendosi il sen, sciolti i capelli,
     Implorano pietà. Non odon quelli;
     Non interrompon lor fatiche; e in core
     Van noverando i giorni e affrettan l'ore.


Alfin, quanto chiedeasi al gran vïaggio
     Tutto fu pronto. Declinava il maggio.
     Il dì ch'estremo al rimaner prescrisse,
     Alla piangente sua consorte Ulisse
     In tal forma parlò: “Sposa, sorella,
     Cessa dal pianto desolato, e quella
     Sii che fosti mai sempre, e or più conviensi,
     D'alto cor donna e di virili sensi.
     Me chiama il fato a nuove audacie. Ancora
     Piena del nome mio tu la sonora
     Tromba udrai della Fama: ancor superba
     Sarai tu d'esser mia. Tale ti serba
     Qual fosti. Addio! Teco rimane il caro
     Nostro figliuolo. Or dunque addio! Se amaro
     Spunta nel ciel della partita il giorno,
     Dolce più spunterà quel del ritorno.„