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34 | l'ultimo viaggio di ulisse |
Ei tacque a tanto, e dagli ansanti petti
Dei compagni, che insiem raccolti e stretti
Ascoltato l'aveano, alto un clamore
Proruppe allor, che il monte e le sonore
Sponde empiè di rimbombo e sui veloci
Flutti corse a dilungo: ed eran voci
Di baldanza e d'applauso, eran frementi
Grida di gioja e fervorosi accenti
D'amor devoto e d'incrollabil fede.
“Padre! Duce! Maestro! Il sol non vede
Uomo che in senno ed in valor t'agguagli.
Tu ne guida e ne reggi. A repentagli
Nuovi le vite de' tuoi fidi esponi.
Tutti, tutti con te. Da questi proni
Ozii oblïosi e da sì vile stato
Tu ne redimi alfin. Comunque il fato
Sia per volgersi, o 'l ciel, sino all'estremo
Nostro di sarem tuoi, teco saremo.„
E stringeansi le destre, e in caldi abbracci
Si stringevano i petti, e in nuovi lacci
Di fraterna amistà l'anime invitte.