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l'ultimo viaggio di ulisse |
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Spirto, ogni pregio di valor non pera;
Le mie parole udite. Ad uom di vera
Virtù precinto e per gran fatti egregio
È pena l'ozio, onta la pace, sfregio
La securtà. Qual è di voi che questa
Vita all'antica, e le passate gesta
Col presente torpor paragonando,
Dite, qual è di voi sì miserando,
Che da vergogna e da rimorso il core
Addentar non si senta? Oh, tristo errore!
O, gran viltà! Noi che di Troja l'are
Vertemmo al suol; noi che per tanto mare
Gimmo raminghi, d'inauditi mali,
D'intentate fatiche e di mortali
Perigli esperti, ora noi gli anni in pigra
Quïete logoriam, che ne denigra
Agli stessi occhi nostri e ne fa vili.
Che più? se in tutto non si fêr servili
Gli animi vostri; se oblïato in tutto
Il nome vostro non avete, e il frutto
Di vostr'opere antiche, or m'ascoltate.
Già stringe il tempo, già ne son contate
L'ore. Deh, non lasciam che in tanto oblio
Pur di noi stessi, in così basso e rio