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28 l’ultimo viaggio di ulisse

     Voragini del mar lento scendea!
     O fantasma d'incognita galea
     Fremebondo spiar, là, dell'acceso
     Orizzonte sul curvo orlo sospeso!
     Ovver d'uccelli peregrini un denso
     Stuolo, di là dal mar, per l'etra immenso,
     A recondite plaghe alto volanti!
     E il cor nel petto gli bolliva! Oh quanti
     Vide egli pur de' suoi compagni, in quello
     Stesso modo, inquïeti, e di rovello
     Tacito pieni, errar lungo le sponde
     Cui sempre sferza il vento e batton l'onde!
     E l'un l'altro squadrava e negli strutti
     Volti un solo pensier leggeasi a tutti.

Volse così lunga stagion, per sino
     A un di che l'immutabile destino
     A novi casi, a novo error non vile
     Prefisso avea. Già l'amoroso aprile
     Discingeva alle rose il sen vermiglio,
     Quando un mattino di Laerte il figlio,
     Levato innanzi al sol, fece da un messo
     I soci suoi richiedere a consesso