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20 | il titano sepolto |
E dal carco mortal quella immortale
Man gravata non era. Ei con un ghigno
Muto, con una forza equa e fatale,
A ferir cominciò l'aspro macigno.
Di qua, di là, di su, di giù l'invitta
Scure a guisa di folgore feriva:
Ad ogni colpo la rupe sconfitta
Stridea, volava in ischegge, s'apriva.
E notte e dì mai non cessava l'opra,
E cupamente ne muggiva il tuono
Giù nel profondo: il dio, nel ciel di sopra,
Sedea quïeto e glorioso in trono.
Siccome il tarlo roditor pel duro
Legno si trae con sinuose impronte,
Similmente il titan, lento e sicuro,
Per le tenaci viscere del monte.
E sulla terra maledetta a volo
Passan l'età, come le incalza il fato:
In cielo il dio vittorïoso e solo
S'è del vinto titan dimenticato.