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la città dov'io nacqui | 11 |
V.
Fioriva il mese tenero e giulivo
Ch'empie di canti le foreste ombrose,
E d'un ardore incognito e furtivo
Scalda il petto alle vergini ritrose.
Tutto di bianche e di vermiglie rose
Ridea nel lume mattinale il clivo,
A fresca neve sulle zolle erbose
Simili quelle, e queste a sangue vivo.
Era tutta una luce e una fragranza
L'aria e tra i densi allori una canora
Esultanza di zefiri errabondi.
Oh dolcissimo sogno! oh rimembranza!
Come, degli anni trïonfando, ancora
Di letizia e d'amore il cor m'inondi.