Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la città dov'io nacqui | 9 |
III.
Placide veglie e di dolcezza piene,
Protratte al lume delle amiche stelle,
Oltre il costume sfavillanti e belle
Nel puro ciel che ti ricopre, Atene!...
Oh, dalle labbra di canute ancelle
Udir ricordi di gioje e di pene,
E ritornelli blandi e cantilene,
E d'orchi e di malie lunghe novelle!
E udir Demetrio, il vecchio montanaro,
Che ancor mostrava sulla fronte bruna
Profondo un solco d'ottoman cangiaro,
Narrar Lerna e Corinto e il fato atroce
Di Missolungi e, sulla mezza luna,
Vittorïosa la risorta croce!
Graf, Le Danaidi | 2 |