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Il rifugio del Paradiso, sull'alpe di Rebbia, mostrava, in quella sera, la porta spalancata.

Dentro, due portatori, precedendo lassù una comitiva, avevano accesa la lanterna, e stavano allestendo in fretta un simulacro d'albergo.

Il capannone, tosso e robusto, era diviso internamente in due piani da un solido graticcio, sorretto da traversoni di larice infissi alle pareti; — dal piano di terra, una scala a piuoli, a traverso ad una botola, metteva al piano superiore, che serviva da dormitorio. Al piano terreno erano un focolare, carico di legna, due rozze panche, ed un armadio, assicurato da un chiavistello e da un lucchetto massiccio, dove stavano le provviste e le conserve che il club alpino tiene a disposizione degli escursionisti che vi capitano a snottare.

Quando i due uomini ebbero ben bene cardato tra le mani il fieno, che appariva pesto da precedenti alloggi, e rivoltolo in sul graticcio, la lanterna si spense per un colpo improvviso di vento, ed essi uscirono fuori, aspettando.

L'aria montanina frizzava, nel calar precipitoso del vespro d'agosto. Le cime d'intorno, sino a quel punto tinte di tenue porpora, andavano freddandosi in un puro nitore d'opale, sempre più vitreo e trasparente.

tonio, il più giovine dei due, spingeva lo sguardo giù per la china. Il filo di fumo che usciva dalla pipa di uno dei montanari, pareva fissarsi e diventar solido nella perfetta purità dell'aria. A brevi istanti, un soffio lieve, come una mano fervida tra i capelli d'un capo amato, passava sui licheni e sulle arniche che giallivano sulla cresta.

Attizzando la pipa senza posa, Tonio, il più giovine dei due, spingeva lo sguardo giù per la china, che appariva già fosca, quasi notturna. Il frondeggiare degli alberi nella vallata profonda mandava sino alla vetta uno stormire cupo, come un brivido lontano, come un lievito di vita, che, giunto là in alto, subito moriva. “Si sono perduti!...„ — disse, concludendo la sua vedetta: — si sono rotti la testa!...„

“Non c'è pericolo!...„ — ribattè il compagno: — sono in buone mani, con Gorian!... Brutto affare condur donne in montagna!--- Ma a momenti è qua il lume... Il tempo è fermo!...„

Infatti, sul taglio netto della cresta, un bruciore d'arancio incominciava ad accendersi, Poscia, di là a poco, uno zucchetto d'oro incoronò il puro profilo del monte, gonfiandosi a vita d'occhio, sinchè la luna apparve, colla sua faccia di zecchino antico, prendendo a salire nel puro e frigido azzurro.

Due sole stesse, acute come occhi di lince, gemevano fervidamente la illibata serenità della notte, seguendo ammaliate il pianeta nel suo lento e timido avanzare. Lontano, dalle rocce di basalto che addentavano l'orizzonte, dei fugaci bagliori di diamante si accendevano improvvisi sui brevi coni di neve intatta e perpetua, misteriosi richiami d'anime: e, giù per le balze, pioveva grigio e calmo il chiarore, staccando in un plastico rilievo di smalto ogni dorso, ogni dirupo, ogni cresta. Affondato in una breve conca, quale una bacinella di stagno liquido, un lago minuscolo e senza rive, splendeva di riflessi perlacei, inargentandosi di squamme fugaci coll'avanzar della luna.

Tonio, ritto sul ciglione che scoscendeva a picco verso la vallata, guardava sempre più fisso e impaziente giù, pei dirupi, verso un punto noto e fosco. Laggiù, i dorsi dei monti parevano chiudersi l'un contro l'altro in una fossa nera e inaccessibile allo sguardo, rotta qua e là da giganteschi massi, in cui un rigagnolo serpeggiava.

Né stette molto in attesa, che dei lumicini tremuli apparvero, quali lucciole, là nella forra, e delle voci lontane, ma nitide, echeggiarono nel silenzio.

“Eccoli! Son essi!... Fra un'ora saranno quassù!...„

Colla faccia rasserenata egli rientrò nel capannone, e si dette ad accendere il fuoco. In un attimo, la fiamma divampò, uscendo dal fumaiuolo in un fiocco bianco, che prima errò, scompigliandosi, poscia prese d'un tratto la direzione di tramontana, abbattendosi sino a radere l'erba.

“Brutto segno!...„ — disse Beppe: — “Stanotte, burrasca....„