Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Scene del “GIOVANNI GALLURESE„
Fotografie Adolfo Ermini - Milano
Non è ancora sopita l'eco della bella, esemplare riproduzione di Giovanni Gallurese, l'opera giovanile del maestro Montemezzi, al teatro Dal Verme di Milano. Esso veniva dal folgorante successo popolare conseguito al teatro Vittorio Emanuele di Torino e veniva a Milano a chidere la riconferma di quell'applauso da parte del pubblico milanese nel teatro Dal Verme che in autunno è aperto alla sua più importante stagione musicale. atto primo. La riproduzione attesa, tanto anelata e paventata dal giovane autore, riuscì in tutto equilibrata, armoniosa, di buon gusto, avvivata da un ammirevole slancio concorde che dal direttore d'orchestra, dall'orchestra stessa saliva su ad invadere le masse del palcoscenico animandole con la potente convinzione che l'opera meritava di vincere, che l'opera doveva vincere, che tutti e tutto dovevano concorrere alla sua vittoria. E così fu: l'esecuzione orchestrale fu potente e seducente, avvitata dal maestro Serafin — fra gli interpreti principali la signora Sthele fu squisita ed appassionata, il signor Garbin si riaffermò una volta di più signore del fraseggiare sia legato che declamato, vero ipnotizzatore d'ogni effetto; bene rispondenti, pronti, affiatati tutti gli alti interpreti. Ma fu la messa in sena a creare l'ambiente al dramma,