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LETTERE E ARTI 133

chiniano, volevano “far rifiorire la lingua e la poesia provenzale, render loro fra le letterature moderne l'altezza che ebbero nell'erà dei trovatori; stabilire l'indipendenza, linguistica e letteraria, dalla comune patria francese, tornando la Lenga d'O ad avere un valore ed un significato proprio di fronte alla lingua d'oui„. Così, per opera del Mistral e dei suoi amici, la bella lingua armoniosa che suonò su la bocca dei trovatori e delle dame nelle corti d'amore e, per bocca di Arnaldo Daniello, è tornata a dignità di lingua letteraria ed ha creato uno dei pià puri capolavori della poesia moderna. “Umble escoulan dóu grand Oumèro, umile scolaro del grande Omero„ si chiama il Mistral nella prima strofa del poema. Umile sì, ma grande. Mirella è degna sorella di Nausicaa; e tutta l'anima greco latina della Provenza vive nelle strofe del poeta. “É un paese fatto libro„ disse di Mirèio il Lamartine.

I questi ultimi tempi sono venute in luce, ben tradotte da Roberto Ascoli, molte delle più belle poesie di Shelley, il cuor dei cuori: e, più recentemente, il Mazzoni e il Pavolini hanno pubblicato un grosso ed eccellente manuale di Letterature Straniere. Ora io non ne parlo a fine di critica o di richiamo: ma perchè questo rifiorire e di buone traduzioni da grandi poeti e da grandi letterature è un ottimo indizio di serietà e di rinnovamento. Ma probabilmente, i lettori italiani non si precipiteranno su queste belle traduzioni con quello stesso ardore con il quale si precipitarono sopra i romani del Sinkiewicz, il premiato di quest'anno. Comunque, il tempo dei trionfi del Fiacre n.o 13 sono già lontani, e sono ormai confinati nelle appendici dei giornali di provincia. Oggi il gusto è migliorato assai: ed altri sono i trionfatori.

Mentre scrivo queste linee, letto nei giornali il 12 gennaio S. E. il ministro Malvezzi è venuto a Bologna per rappresentare la Regina Madre nell'acquisto della casa abitata da Giosue Carducci. Tutti i bolognesi conoscono quella casa dove da oltre vent'anni il poeta studia e lavora e dove ora riposa, dopo aver creati molti capolavori. É una di quelle curiose case bolognesi costruite sui bastioni delle mura che ora si vanno atterrando. Da una parte, esse riposano sul piano del bastione che discende lentamente: dall'altra esse discendono giù a piccolo su le mura, fino alla fossa che un