Pagina:Ars et Labor, 1906 vol. I.djvu/105

Anno 61° Num. 2.

ROSE E SPINE NEL BALLO

PREFAZIONE AL CARNEVALE


Si puà egli dare argomento di scritto più trito, più rancido, più rimestato del ballo? Nondimeno, dopo tanta facile erudizione, dopo tanti volumi che vi cominciano la storia del ballo poco meno che con la storia dell'uomo, ricordando col Libro dei Re come qualmente David saltasse a tutta forza dinanzi al Signore, e fosse cinto dall'ephod di lino, niuno ha detto ancora l'ultima parola su quest'antico e inveterato divagamento degli uomini.

È proprio una bella cosa il ballo? É veramente una grazia che l'arte ha saputo aggiungere ai movimenti naturali del corpo? « dopo il ballo » di e. trionfi. É desso un esercizio salubre, un sollazzo salutare, massime se traslocato dall'aria aperta alle stanze chiuse, dal prato fiorito al tappeto di Bruxelles, dalla luce del sole a quella artificiale delle veglie; se è prolungato dall'adolescenza alla matura età e magari alla vecchiaia?

Lasciamo stare il ballo classico, il ballo accademico, il gesto ideale, immobilizzato e celebrato dalla scultura nelle danzatrici greche del Canova, il gesto sapiente di Salomé che fa perdere il senno ad Erode e il ballo eloquente di cui tanto parla Luciano; lasciamo stare le numerose danze rappresentative da reputarsi piuttosto mimiche; insomma, la danza teatrale coreografica, che movendo dalla etera Aspasia fa mostra di sè fino alla Camargo immortalata da Voltaire, fino alla Cerrito per cui tale fu il fanatismo degli ammiratori che incastonavano nell'oro i frammenti di certo intimo suo vaso e come gemme se e ornavano, fino alla Taglioni e alla Cleo de Merode.

Lasciamo stare altre forme nelle quali il ballo in genere si potrebbe distinguere: come quella che è dimostrazione selvaggia, naturale, eruzione istintiva, sfogo pazzesco di un sentimento esuberante, di un culto, di un fanatismo, di un'ebbrezza, ed ha innumeri esempi ora licenzioni, ora marziali, ora politici, ora religiosi, dalle danze bacchiche antiche alla Carmagnole, al Ca-ira, e ne ha uno curiosissimo e eloquentissimo che voglio notare con parole storiche:

Riunitisi nel Carnevale del 1490in San Marco i più caldi fautori di Girolamo Savonarola gridando Viva Cristo! costui facevali uscir di chiesa nella piazza insieme ai frati co' quali prendendosi per mano, un frate e un secolare alternati in modo da formare un'ampia circolare catena levando sempre le grida eucaristiche di Viva Cristo! soggiungevano ad alta voce esser bella e santa cosa impazzire per Cristo.


1