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t’altro che insipida, come qualche sua amica invidiosa di sua bellezza, andava dicendo, — era troppo buona e troppo innamorata per averne assai. Anzi ricominciava a soffrire di trovarne tanto in Emilio. La cara donna sapeva che chi parla dell’amore con molto spirito non lo risente in cuore, giacchè l’amor vero, profondo, come lo avea sognato in lui, rende muto e malinconico un amante. Emilio invece ne parlava con una disinvoltura ed una grazia che poteva essere amabile per tutti, tranne che per lei.


Finalmente, poco dopo che erano battute le undici al pendolo del caminetto, il servo entrò annunciando a Noemi che la sua carrozza era alla porta.

Ella si levò da sedere, lanciando ad Emilio un ultimo sguardo di cordoglio. Oh come a quell’estremo punto si sarebbe gettata volontieri nelle sue braccia, se la nativa fierezza, e la presenza di Cristina, non glielo avessero vietato.

La Firmiani la andava accarezzando, e le diceva di venir presto, presto...

Emilio in piedi e pensieroso, pareva stesse covando in cuore il rimorso della sua crudele condotta.

Quando Noemi si ebbe cinto il boa intorno al collo, si accomiatarono.

Giunti a capo della scala, il giovane le offerse il braccio per discendere, ed ella si sentì consolare, sperando che ei volesse finalmente stringerle la mano e dirle una parola di conforto e di pace...