Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/96

amore chi fa il primo gradino per scendere verso l’altro, deve bene spesso fare il secondo ed il terzo, prima che l’altro si muova. Una volta mosso, gli sarà lecito rifar i gradini, che l’altro lo seguirà, e viceversa fino alla consumazione dei secoli. Chi fugge si fa correr dietro, e chi corre dietro invita l’altro a fuggire. Fermatevi, perbacco, di quando in quando a prender fiato, e vedrete l’altro, prima rivolgersi indietro, poi rallentare la corsa, poi fermarsi a guardar se venite...; e, se non venite, si moverà egli pel primo verso di voi.

Ma Noemi amava troppo per usare di queste arti e di questa tattica, ancorchè le avesse conosciute. Ell’era troppo sincera, ella aveva nell’anima troppa ingenuità, dirò quasi, troppa ignoranza, per non essere in faccia al suo amante quale si sentiva di essere. Nondimeno la cara donna si sapeva così innocente, così immeritevole del rigore di lui, che quella freddezza prolungata e senza causa la irritò più che non l’addolorasse.

Cristina che vedeva tutto, mostrando di non veder nulla, ne godeva.

Allora incominciò fra loro tre una conversazione senza scopo, bislacca, a tastoni, che sarebbe impossibile riprodurre... una conversazione ora arguta, ora sentimentale, condita di piccole ironie, di allusioni e di frasi a doppio taglio...

Emilio, se l’estro gli dava, era pieno di spirito. Cristina, come tutte le donne cattive, ne aveva di soverchio. Quanto a Noemi — sebbene ella fosse tut-