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Noemi si fece in viso come una bragia, e non rispose.

— Vedi che ho indovinato... Oh io ci vedo da lontano. È un pezzo che me n’ero accorta; ma non volevo parlartene finchè tu stessa non me ne davi un appiglio. Povera Noemi! Se sapessi come ti auguro che tu abbia ad esser felice...!

A questo nuovo assalto, tutto l’accoramento che covava nel cuore della cara donna irruppe ad un tratto, per quella causa misteriosa che ridesta in noi la passione allorquando udiamo altri richiamarcela con gentili parole. Noemi questa volta non fu abbastanza munita contro sè stessa per respingere il pianto che le si aggroppava negli occhi, e die’ in uno scoppio doloroso nascondendo il viso nel fazzoletto.

La Firmiani si levò, e senza dir parola si pose a baciarla teneramente, come se davvero l’avesse amata, come se avesse sentito compassione di quel dolore. E Noemi sotto quei baci si struggeva sempre più.

— Dimmi, Noemi, confida a me i tuoi fastidii... È dunque vero che tu ami quel caposcarico? Che cosa ti ha fatto? Raccontami la tua passione.

Noemi dopo il primo sfogo, vergognosa di essersi lasciata andare così, asciugavasi gli occhi in silenzio.

La Firmiani incalzava, e chi indifferente fosse stato a mirar quella scena, si sarebbe accorto indubbiamente che in quella sollecitudine c’era un intimo senso di invidioso piacere.