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CAPITOLO QUINTO.



L’amore d’uno scapigliato.

Due sere dopo Emilio e Noemi s’erano riveduti in casa di Cristina.

La povera donna sebbene dubitasse che Emilio non si recasse, come erano soliti, dalla Firmiani, v’era andata più presto del consueto, mal soffrendo la solitudine della sua camera, dove da due giorni aveva tanto sofferto.

Le pareva che la compagnia di Cristina e l’atmosfera del gabinetto dov’ella avea conosciuto il suo amante, dove avea passate tante sere felici nella tacita adorazione dei suoi occhi, le pareva, dico, dovessero diminuirle l’angoscia e darle sollievo.

— Addio, mia cara; — disse Cristina vedendola entrare e andandole incontro col suo solito sorriso impostore — ti ringrazio d’essere venuta per tempo.

E le prendeva le mani con finta cortesia: poi, fissandola un po’ negli occhi, seguitò: