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sentito la forza di sospendere le sue visite. Si passava così bene la sera da lei!

Suo marito la conduceva spesso alla porta della Firmiani, poi correva al club a discutere la quistione d’Oriente. E non s’accorgeva, lo sciagurato, che la più terribile delle questioni si agitava presso di lui, in quel luogo dov’ei lasciava sua moglie colla noncuranza dell’uomo rigido e orgoglioso. Eppure il Dal Poggio conosceva un po’ i fatti di Cristina, e sapeva ch’essa non era fedele a suo marito; e sapeva che una donna maritata che ha un amante — quantunque buona — soffre difficilmente che una sua amica non l’abbia.


Una sera Noemi alla conversazione di Cristina non trovò che Emilio e un altro signore che passava appunto pel di lei amante. Cristina propose di rimandar la carrozza di Noemi, e di accompagnarla a piedi fino a casa, per far una passeggiata al fresco. Questa rifiutò sulle prime, ma finì per accettare.

Sulla porta Cristina die’ il braccio al suo cavaliere, e fe’ cenno a Emilio di offrirlo a Noemi.

La mano della cara donna si posò per la prima volta sul braccio di quel giovine che l’adorava... e da cui godeva di essere adorata.

Emilio sentì su di esso palpitare la soda rotondità del seno di Noemi... di quella donna che un mese prima soltanto gli sembrava così lontana da sè da non pensar neppur in sogno alla possibilità di rivolgerle la parola. Il giovine era tanto commosso