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CAPITOLO TERZO.



Tre Generazioni.

Alla domenica e al giovedì in casa Firmiani c’era sempre qualche invitato a pranzo.

Verso l’ora appunto che precede di poco il suono di campanello delle case aristocratiche — quando i lumai cominciano a scorrere frettolosi per le remote vie ad accendere i primi lampioni — nella sala di casa Firmiani, tre persone della famiglia stavano aspettando i convitati.

Il conte Lorenzo, nonagenario, era seduto nel suo fido seggiolone, alla destra del camino, su cui ardeva una lieta fiamma. A novant’anni suonati, egli soleva dire d’essere più forte di un giovine di venti. E davvero sarebbe stato difficile trovare un viso più rubizzo e vegeto, non dico in un uomo della sua età, ma anche di assai minore. Quantunque fosse coperto di rughe, quel viso conservava nella pie-