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a 23 anni nella più orribile delle miserie... la miseria dell’uomo educato.

Eppure Gustavo avea subìta la sua posizione con una indifferenza che avrebbe fatto onore a un discepolo di Diogene. Ma, come bisognava pensare a non morir di fame, ei non potè più aspettare che l’ispirazione venisse a cercarlo... dovette egli stesso andarla a cercare. Da quel punto la sirena cessò per sempre il suo canto. Fra una farsa abborracciata per un teatro diurno, e un protesto di cambiale — fra un articolo da un tallero, e un biglietto del monte di pietà... il povero desio di gloria era morto di vergogna e di dolore.

A Milano egli avea trovato due compagni d’arme: Niso Piertini ed Emilio Digliani, e da essi era nata la compagnia brusca.


Quanto a Emilio si sarebbe detto che prima del quarantotto non avesse ancora vissuto.

Niso e Gustavo l’avevano conosciuto per la prima volta nel battaglione Manara e avean fatto con lui tutta la campagna del 48 e 49.

Nessuno aveva mai udito dal suo labbro una parola sul suo passato; nessuno gli avea mai sorpresa una frase che accennasse ad un’infanzia, ad una famiglia, ad una madre...

Uno strano mistero avvolgeva nel buio quella giovinetta esistenza; un segreto doloroso covava forse in quell’anima, che a tutti sembrava spensierata e senza cure.