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trovarla con suo marito. È proprio vero che la realtà è al disotto della immaginazione.
— Molto meno di quello che credete, caro Gastoni; — disse il filosofo con un sorriso espressivo — Si vede che voi siete stato due anni a Parigi. Mi concederete che il vostro romanzo colla vostra suora di carità avrebbe avuto uno scioglimento molto ordinario. Venite; — continuò egli levandosi — studiate il contegno di quella donna e di quel marito e me ne saprete dire qualche cosa. Troverete con loro un’altra persona che non vi aspettate certo di trovar qui sul lago, e tanto meno coi Dal Poggio.
— Chi è mai?
— La Gigia col suo bambino; il figliuolo del povero Emilio.
— Ah bah! — sclamò Gastoni — Vedo che la cosa si fa sempre più interessante. La Gigia viaggia insieme alla signora Dal Poggio?
— Non solo, ma il marito ha adottato l’Emilietto; Noemi le fa, si può dire, da madre; e la Gigia se la tengono come una sorella.
— Comincio a credere anch’io che talvolta nella realtà ci possa essere più romanzo che nel romanzo. A meno che voi non vi burliate di me.
— Non sono cose su cui si possa burlare codeste, caro Gastoni. Vedo sempre più che voi siete stato due anni a Parigi. Vi dirò poi il motto dell’enigma.
Bartelloni condusse il giovine dinanzi ai suoi amici a poppa, e disse: